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Massimario delle operazioni societarie e degli enti non profit

Prefazione alla III edizione

PLURALITÀ DELLE FONTI E DROIT VIVANT NEL SISTEMA SOCIETARIO DEL TERZO MILLENNIO

di Niccolò Abriani (*)

L’opera che qui si presenta, giunta alla sua terza edizione, costituisce ormai un punto di riferimento insostituibile per gli operatori e gli studiosi del diritto societario.

A tale risultato ha concorso la convergenza di molti fattori: da un lato, la ricchezza dei materiali, la completezza dei temi e l’accurato apparato di riferimenti alle fonti; dall’altro, e soprattutto, la salda impostazione metodologica sottesa all’opera e la sua forza ordinatrice di una materia sempre più magmatica.

Il Massimario delle operazioni societarie trascende la dimensione di una (pur utilissima) guida operativa e di una (comunque ricchissima) raccolta di casi e materiali: l’opera offre a pratici e teorici una essenziale bussola per orientarsi nel droit vivant del diritto societario del terzo millennio, nel quale la stratificazione di fonti diverse ha reso disagevole la navigazione e, prima ancora, inadeguata la struttura regolatoria tradizionale. Uno scenario che ha accresciuto l’importanza della “interpretazione applicativa” realizzata quotidianamente dagli operatori del settore in una continua interlocuzione dialettica con gli imprenditori e i managers.

È questa, del resto, una caratteristica del diritto commerciale che da sempre si connota per l’esistenza di un pluralismo di fonti, nell’ambito delle quali assumono un ruolo di primo piano – oltre alle consuetudini e alla giurisprudenza teorica e pratica (con una spiccata rilevanza, sotto quest’ultimo versante, della giurisprudenza arbitrale) – gli stessi operatori economici, in una lata accezione che va dagli studi legali specializzati agli stessi “uomini d’affari”.

Tale peculiarità, individuata con la consueta lungimiranza da Tullio Ascarelli alla metà del “secolo breve”, ha registrato una significativa accentuazione nel diritto societario degli ultimi lustri, anche a seguito di alcune importanti innovazioni che hanno inaugurato il nuovo millennio, tra le quali fanno spicco l’abrogazione dell’omologazione giudiziaria e la riforma del diritto societario del 2003.

In questo contesto, caratterizzato dall’introduzione di nuovi istituti giuridici, da inediti elementi di flessibilità dell’ordinamento e da un rafforzamento del ruolo centrale del notariato, il Massimario delle operazioni societarie ha avuto non soltanto il merito di sistematizzare il nuovo scenario normativo, ma anche di contribuire a prevenire il rischio di leggere l’ordinamento riformato con le vecchie lenti registrate sulla disciplina previgente: lenti alle quali in molti restiamo affezionati (riconoscendovi talora gli “occhiali d’oro” dei Maestri), ma oggi inevitabilmente deformanti e inadeguate a cogliere le potenzialità applicative della disciplina riformata e a più riprese rimodulata sulla spinta dalle fonti eurocomunitarie.

L’utilità – verrebbe da dire l’essenzialità – di questo volume nella messa a fuoco del nuovo sistema societario risulta ancora più evidente ove si consideri l’inquadramento ora operato delle novità intervenute nell’arco temporale che intercorre dalla precedente edizione (si pensi alla trattazione delle società a partecipazione pubblica e delle s.r.l. PMI) e le importanti chiavi di lettura delle ulteriori modificazioni introdotte dal Codice della crisi e dell’insolvenza (D.Lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019), con i suoi riverberi di diritto societario già in vigore dal 16 marzo di quest’anno.

Quest’ultimo riferimento induce a sottolineare un ulteriore merito dell’opera, rappresentato dall’attenzione rivolta al fenomeno delle ristrutturazioni societarie, nella consapevolezza del ruolo decisivo che hanno rivestito i nuovi strumenti offerti dal diritto societario nelle operazioni di turnaround: si pensi alle inedite categorie di azioni consentite dai nuovi artt. 2348 e ss. c.c., alle obbligazioni (in particolare, convertibili e convertende) e soprattutto agli strumenti finanziari partecipativi, di cui si avvalgono sempre più sovente creditori finanziari e operatori di private equity; ma anche ai patti parasociali contenenti opzioni put a prezzo predeterminato, sulla cui compatibilità con il divieto del patto leonino si è avuto più di un’occasione di comune e convergente riflessione con l’autore.

Se il Massimario si avvale dell’osservatorio privilegiato di uno dei principali studi notarili italiani e di un patrimonio professionale stratificato negli anni, la sua importanza e il suo successo editoriale vanno ricercati nella felice congiunzione di una non comune capacità comunicativa – che ogni operatore del settore ha potuto apprezzare nel corso degli ultimi lustri, anche attraverso i continui contributi di Angelo Busani sulla stampa specialistica – con una solida cultura giuridica testimoniata da un’impostazione contenutistica e stilistica unitaria, ma ancor più dalla metodologia di eccellenza con la quale si sono selezionati e sistematizzati i preziosi materiali che vengono qui raccolti e condivisi con la comunità degli operatori.

Al contempo, questo volume offre un’ulteriore conferma dell’utilità per l’intero sistema del notariato e del suo ruolo maieutico nella formazione e nell’evoluzione del sistema giuridico. Il Massimario esprime in termini esemplari il ruolo ordinatore di questa insostituibile categoria di giuristi colti e consapevoli, che si riflette nelle Massime elaborate da alcuni dei principali consigli notarili (primo tra tutti, quello milanese) e negli Studi e Segnalazioni del Consiglio Nazionale del Notariato: orientamenti dei quali vengono in questo volume puntualmente ripresi e valorizzati, nelle varie casistiche esaminate, tanto le indicazioni più direttamente operative quanto i principi di comportamento. Attorno a questo nucleo centrale, l’opera si arricchisce del contributo di altre fonti, a partire naturalmente dalla giurisprudenza, cui dedica un’attenzione privilegiata che si appunta sulle massime elaborate dai tribunali ancor prima della abrogazione della omologazione, per arrivare ai documenti, agli studi e alle circolari elaborate, tra gli altri, dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, da Assonime, da Assirevi e da Confindustria.

Attraverso questa pluralità di fonti e materiali, il Massimario indica agli operatori l’opinione comune condivisa (o, quanto meno, più condivisa) dalla comunità dei giuristi sui principali istituti del diritto societario, offrendo in tal modo un contributo essenziale alla ricostruzione di quella cornice minima di certezza del diritto che costituisce un presupposto essenziale per la realizzazione di operazioni imprenditoriali da parte di investitori italiani e stranieri. Come ha rilevato Gastone Cottino, troppe variabili possono confondere le idee e insinuare insicurezza, posto che “anche di deregulation si può morire”.

Di qui l’accresciuta importanza di questa moderna communis opinio che viene sapientemente additata a professionisti ed operatori del settore per i quali il Massimario è destinato a confermarsi come un vero e proprio livre de chevet anche negli anni a venire.

Pantelleria, 8 luglio 2019

Note a piè di pagina
(*)(*)
Professore Ordinario di Diritto Commerciale nell’Università degli Studi di Firenze.
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